titolo : GESTIRE IL CAMBIAMENTO DEL SERVIZIO SANITARIO: SUMMIT DI ESPERTI A COMO
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GESTIRE IL CAMBIAMENTO DEL SERVIZIO SANITARIO: SUMMIT DI ESPERTI A COMO
Como - Numerosi esperti di Sanità si sono riuniti a Como il 31 gennaio e l'1 febbraio 2019 in occasione della Winter School 2019 “Gestire il cambiamento, le soluzioni possibili”, organizzata da Motore Sanità, con il patrocinio della Regione Lombardia e il patrocinio della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Il convegno ha riunito numerosi attori del SSN, del mondo farmaceutico e della farmaceutica per un focus di riflessione e discussione ponendo il paziente cronico ed il suo benessere al centro del confronto, senza però dimenticare le difficoltà economiche che ogni giorno medici e dirigenti devono affrontare negli ospedali italiani. Un fattore quello della cronicità che influisce sempre di più sulla vita degli italiani e di conseguenza sul SSN. Infatti, secondo le ultime stime ISTAT (che riguardano il 2017) il 39,1% degli italiani ha dichiarato di soffrire di una malattia cronica, presentando un aumento di quasi un punto percentuale rispetto al 2015. Secondo la ricerca Istat le malattie croniche più diffuse sono l’ipertensione (17,4%), l’artrosi (15,9%), le malattie allergiche (10,7%), l’osteoporosi (7,6%), la bronchite cronica (5,8%) e il diabete (5,3%). Dati in crescita rispetto al passato, anche a causa del progressivo invecchiamento generale della popolazione, che rappresentano una nuova sfida a tutto tondo per gli attori che concorrono alla salute del paziente.
“L’invecchiamento della popolazione ci spinge a trovare a qualsiasi costo il modo di gestire questa situazione - interviene Rossana Boldi, vicepresidente XII Commissione (affari sociali), Camera dei deputati - e il piano nazionale della cronicità cerca di dare gli strumenti per rendere omogeneo il trattamento dei malati cronici e per dare delle indicazioni un pò a tutti su quello che si deve fare. Però quando si parla di cronicità non si parla solo di attori sanitari, bisogna anche mettere in risalto il lavoro svolto dai care viver informali - sottolinea l’onorevole - che nell’ombra sostengono i malati, li coinvolgono nel percorso di cura e ne migliorano la vita. E’ stato stimato che se si volesse retribuire queste figure, quasi sempre dei familiari e quasi sempre donne, si dovrebbero stanziare qualche decina di miliardi di euro. E’ importante puntare i riflettori su queste figure, per le quali già nella scorsa legge di bilancio sono stati stanziati 20mln di euro in 3 anni a cui sono stati stanziati nella nuove Legge altri 5milioni annui per il prossimo triennio. Adesso è compito della politica di delineare i parametri con cui distribuire questi fondi - conclude il Vicepresidente - inoltre è fondamentale lavorare per rendere più snelli gli orari di lavoro di queste persone”. L’onorevole sottolinea l’importanza di stanziare fondi per i “Caregiver”, ma alla politica non tocca solo l’onore e l’onere di stanziare fondi, è loro anche il compito di creare e delineare l’evoluzione della medicina italiana.
“In questa stagione ci avviamo, insieme al Ministero a scrivere il nuovo patto della Salute 2019-2021 - afferma Giulio Gallera, Assessore al Welfare Regione Lombardia - ed è chiaro come il tema di un piano per le cronicità sia fondamentale, magari potendo prendere spunto dal lavoro che stiamo facendo qui in Lombardia, dove tra tante difficoltà siamo riusciti a fare passi importanti in materia. Per rendere tutto questo possibile - prosegue Gallera - bisogna rendere la medicina del territorio protagonista di questo nuovo progetto. Il primo passo - sostiene l’Assessore - è quello di creare i presupposti per fare si che gli MMG possano collaborare, questa condizione però si può creare solo dandogli i giusti strumenti, oltre che i giusti riconoscimenti”. Protagonisti del futuro della medicina territoriali saranno anche i farmacisti, sostenuti dal proprio presidente,Marco Cossolo “La farmacia non è un’entità a se stante, ma deve operare in sinergia con gli altri operatori sanitari del territorio - sottolinea il Presidente di Federfarma innanzitutto i medici di medicina generale, ma anche gli infermieri e i farmacisti ospedalieri. Vanno superate le logiche dei recinti chiusi: non si tratta di erodere le competenze di altri operatori, ma di creare sinergie costruttive - prosegue Cossolo - delimitando i ruoli, evitando sovrapposizione, puntando sul dialogo e sul confronto continuo. Solo in questo modo potremo raggiungere l’obiettivo di assistere il malato cronico a casa propria, evitando ricoveri costosi e inutili e migliorando il risultato delle cure”.
Nel primo giorno della Winter school si è discusso dell’evoluzione del paziente cronico negli ultimi anni e dei maggiori ostacoli che devono affrontare i medici. “Regione Lombardia, nel corso di questa Legislatura, avrà un compito fondamentale da portare avanti – dichiara Emanuele Monti, Presidente della III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia – arrivare a compiere una vera e propria rivoluzione del nostro sistema sanitario, partendo da colui che è il fine di questo sistema: il paziente. È appunto il paziente a dover diventare ancora più centrale nel già eccellente sistema sanitario lombardo. Gli obiettivi prioritari, per arrivare a questo, sono: il completamento del nuovo modello di presa in carico dei pazienti affetti da patologie croniche, il riordino della rete di offerta e il contenimento dei tempi di attesa per la fruizione delle prestazioni ambulatoriali con particolare attenzione al tema della prevenzione e dell’innovazione tecnologica”. Il Presidente ha colto nel segno le criticità, che non riguardano solo la Lombardia ma accomunano tutto lo Stivale: tempi di attesa troppo lunghi, la necessità di una migliore cooperazione tra le varie branche specialistiche con i medici di medicina generale e la necessità di implementare il supporto tecnologico da offrire ai pazienti. Un altro problema viene evidenziato da Fiorenzo Corti, Vice Segretario Nazionale FIMMG. “Tutti sono sempre d’accordo che per migliorare bisogna cambiare, però spesso quando arriva il momento di cambiare si fa fatica - sottolinea il medico - ed è dovuto anche a una mancanza di ricambio generazionale per gli MMG”. Parlando di tecnologie è intervenuto anche Francesco Ferri, Presidente Lombardia Informatica “La trasformazione digitale porterà ad un utilizzo sempre più pervasivo delle nuove tecnologie digitali - sottolinea Ferri - queste, applicate alla presa in carico dei pazienti cronici e fragili, in Regione Lombardia, grazie al supporto di Lombardia Informatica, fanno sì che differenti ambiti tecnologici innovativi si integrino con il SISS in una piattaforma «aperta» e sicura che garantisca integrità -conclude il presidente - disponibilità e riservatezza dei dati sanitari per un costante monitoraggio dei pazienti cronici". Nel corso dell’evento però non si è parlato solo in maniera generale della cronicità e del rapporto della tecnologia, ma diversi specialisti hanno fatto il punto della situazione per varie patologie come il diabete, la fibrillazione atriale, BPCO, la diffusione di infezioni dovute alla continuità assistenziale e la cronicizzazione del cancro.
I progetti per il nuovo Patto per la Salute che verrà discusso al Ministero della Salute sono stati al centro della seconda giornata della Winter School 2019. Nel corso della tavola rotonda è intervenuta l’ex Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, per difendere l’operato del suo Governo. “Il precedente Patto della Salute ha avuto il merito di mettere attorno ad un tavolo di discussione tutti gli attori che concorrono nell’offrire il servizio sanitario alla popolazione - afferma Lorenzin - dagli esponenti dell’SSN, Regioni, MeF, MIUR, oltre che categorie e associazioni. Inoltre siamo riusciti a mantenere vivo quel gruppo per ben 5 anni - prosegue l’ex Ministro - legge di bilancio dopo legge di bilancio”. L’ex parlamentare ci tiene a sottolineare l’importanza di non sprecare il lavoro già svolto ma anzi di proseguire quel lavoro, tenendo però conto del cambiamento che la sanità ha subito negli ultimi anni. “Non siamo riusciti a raggiungere il 100% degli obbiettivi fissati nel patto per la salute però siamo riusciti in ogni caso a creare un solco dove i legislatori attuali possono lavorare, portando a termine i nostri obbiettivi oltre che fissarne di nuovi”. Il nuovo patto che coprirà il triennio 2019-2021 cercherà non tanto di camminare nel tracciato lasciato dai governi passati quanto cercare di dare un imprinting che rispecchi la nuova maggioranza di Governo. “La lotta alla corruzione è un punto fondamentale per garantire un ottimo servizio assistenziale - interviene Giovanni Endrizzi, componente 12a commissione permanente (igiene e sanità) del Senato - con la nuova legge ‘spazzacorrotti’ abbiamo nuove armi a disposizione, però vorremmo introdurre nel patto per la sanità nuove cose. Perchè - prosegue il senatore - dobbiamo recuperare la fiducia del cittadino quindi migliorare il servizio e razionalizzare la spesa, la chiave di volta è migliorare la governance dei processi dell’approvvigionamento e rendere più trasparenti le nomine. L’ultimo punto è particolarmente importante perchè maggiore trasparenza non vuol dire soltanto un migliore personale dirigente - aggiunge Endrizzi - ma serve anche per valorizzare il merito della classe medica e degli amministratori di eccellenza che abbiamo in Italia e che a volte non vengono presi in considerazione”. La ricetta del senatore per il nuovo patto per la sanità è quindi di migliorare la trasparenza e la corruzione, limitando gli sprechi chiamando le Regioni a una co-responsabilità a una competizione virtuosa. Il nuovo accordo però non potrà fare a meno di stanziare nuovi fondi per una sanità ormai ridotta all’osso.
Nel corso della tavola rotonda si è anche discusso di un’altro cambiamento che sta per travolgere il Ssn, l’autonomia regionale differenziata. “Molti dei temi oggetto del Patto, dalla compartecipazione alla spesa al rispetto degli obblighi di programmazione, dall’implementazione delle infrastrutture ai fabbisogni di personale specializzato – sottolinea Sonia Viale vicepresidente di Regione Liguria - sono in gran parte gli stessi oggetto delle richieste di autonomia: per questo come Regioni abbiamo chiesto una clausola di salvaguardia dell’autonomia nella redazione del nuovo Patto per la Salute”. Il cambiamento in ambito sanitario però non può escludere gli OS, che chiedono per questo nuovo patto una grande attenzione per i servizi domiciliari. “Colgo questa occasione per lanciare un appello - ha concluso Barbara Mangiacavalli, presidente nazionale FNOPI - perché di ospedali ci siamo sempre occupati, però oggi i bisogni di salute sono fuori dagli ospedali i bisogni di continuità e di presa in carico, utili a tutta la comunità. Inoltre chiedo – prosegue il presidente – di non abbandonare tutto il lavoro fatto in passato in ambito socio-sanitario, ma di continuare su quella strada che ci stà portando nella direzione giusta”.
I progetti per il nuovo Patto per la Salute che verrà discusso al Ministero della Salute sono stati al centro della seconda giornata della Winter School 2019. Nel corso della tavola rotonda è intervenuta l’ex Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, per difendere l’operato del suo Governo. “Il precedente Patto della Salute ha avuto il merito di mettere attorno ad un tavolo di discussione tutti gli attori che concorrono nell’offrire il servizio sanitario alla popolazione - afferma Lorenzin - dagli esponenti dell’SSN, Regioni, MeF, MIUR, oltre che categorie e associazioni. Inoltre siamo riusciti a mantenere vivo quel gruppo per ben 5 anni - prosegue l’ex Ministro - legge di bilancio dopo legge di bilancio”. L’ex parlamentare ci tiene a sottolineare l’importanza di non sprecare il lavoro già svolto ma anzi di proseguire quel lavoro, tenendo però conto del cambiamento che la sanità ha subito negli ultimi anni. “Non siamo riusciti a raggiungere il 100% degli obbiettivi fissati nel patto per la salute però siamo riusciti in ogni caso a creare un solco dove i legislatori attuali possono lavorare, portando a termine i nostri obbiettivi oltre che fissarne di nuovi”. Il nuovo patto che coprirà il triennio 2019-2021 cercherà non tanto di camminare nel tracciato lasciato dai governi passati quanto cercare di dare un imprinting che rispecchi la nuova maggioranza di Governo. “La lotta alla corruzione è un punto fondamentale per garantire un ottimo servizio assistenziale - interviene Giovanni Endrizzi, componente 12a commissione permanente (igiene e sanità) del Senato - con la nuova legge ‘spazzacorrotti’ abbiamo nuove armi a disposizione, però vorremmo introdurre nel patto per la sanità nuove cose. Perchè - prosegue il senatore - dobbiamo recuperare la fiducia del cittadino quindi migliorare il servizio e razionalizzare la spesa, la chiave di volta è migliorare la governance dei processi dell’approvvigionamento e rendere più trasparenti le nomine. L’ultimo punto è particolarmente importante perchè maggiore trasparenza non vuol dire soltanto un migliore personale dirigente - aggiunge Endrizzi - ma serve anche per valorizzare il merito della classe medica e degli amministratori di eccellenza che abbiamo in Italia e che a volte non vengono presi in considerazione”. La ricetta del senatore per il nuovo patto per la sanità è quindi di migliorare la trasparenza e la corruzione, limitando gli sprechi chiamando le Regioni a una co-responsabilità a una competizione virtuosa. Il nuovo accordo però non potrà fare a meno di stanziare nuovi fondi per una sanità ormai ridotta all’osso.
Nel corso della tavola rotonda si è anche discusso di un’altro cambiamento che sta per travolgere il Ssn, l’autonomia regionale differenziata. “Molti dei temi oggetto del Patto, dalla compartecipazione alla spesa al rispetto degli obblighi di programmazione, dall’implementazione delle infrastrutture ai fabbisogni di personale specializzato – sottolinea Sonia Viale vicepresidente di Regione Liguria - sono in gran parte gli stessi oggetto delle richieste di autonomia: per questo come Regioni abbiamo chiesto una clausola di salvaguardia dell’autonomia nella redazione del nuovo Patto per la Salute”. Il cambiamento in ambito sanitario però non può escludere gli OS, che chiedono per questo nuovo patto una grande attenzione per i servizi domiciliari. “Colgo questa occasione per lanciare un appello - ha concluso Barbara Mangiacavalli, presidente nazionale FNOPI - perché di ospedali ci siamo sempre occupati, però oggi i bisogni di salute sono fuori dagli ospedali i bisogni di continuità e di presa in carico, utili a tutta la comunità. Inoltre chiedo – prosegue il presidente – di non abbandonare tutto il lavoro fatto in passato in ambito socio-sanitario, ma di continuare su quella strada che ci stà portando nella direzione giusta”.
Per ulteriori infio: www.motoresanita.it (Omniapress-01.02.2019)
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