Denis Johnson, "Mostri che ridono", Einaudi

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Denis Johnson, "Mostri che ridono", Einaudi


 Come già in parte accadeva in Albero di fumo, anche in Mostri che ridono Denis Johnson utilizza alcuni cliché tipici della letteratura noir-spionistica per esplorare i recessi del neocolonialismo occidentale, percorrendo fino in fondo la strada che porta alla totale destrutturazione dei valori sui quali crediamo che la nostra società sia fondata, fino ad arrivare a una sorta di trance allucinatorio - fra il Conrad di Heart of Darkness e Apocalypse now - che ci porta a dubitare di ogni cosa, perfino di ciò che realmente siamo.
 Il protagonista-narratore del libro, Roland Nair, è ufficialmente un Capitano dell'esercito danese, in realtà lavora come agente per il Niia, il servizio di intelligence legato alla Nato, spesso in concorrenza con la stessa Cia. 
 Nair giunge in Sierra Leone per incontrare Michael Adriko, un mercenario ugandese assoldato come addestratore dall'esercito americano, con cui ha condiviso avventurose esperienze in Afghanistan.
 Come spesso accade nel mondo degli agenti segreti, non sono del tutto chiari gli scopi della missione che Nair ha intrapreso, né le motivazioni che lo spingono all'azione: lo stesso Adriko lo ha invitato in Africa per presenziare al suo matrimonio, ma Nair crede che l'amico debba in realtà proporgli qualche lucroso affare riguardante il traffico di diamanti o una partita di uranio arricchito trasportato da un veivolo abbattuto nel cuore della giungla e mai più ritrovato; del resto, il suo incarico gli imporrebbe di tenere d'occhio Adriko e di riferire ai superiori i suoi spostamenti, dato che l'uomo ha abbandonato senza permesso il battaglione a cui era aggregato, e ora è considerato dagli americani alla stregua di un disertore.
 Il tutto risulta ulteriormente complicato da altri tre fattori: Davidia, la promessa sposa del gigantesco Michael, è la figlia del Colonnello Marcus St Claire, il comandante del presidio americano di Fort Carson, presso il quale Adriko lavorava; Nair si innamora inopinatamente della fidanzata dell'amico; il protagonista, parallelamente al suo incarico di sorveglianza di Adriko, cerca di portare avanti segretamente la vendita sottobanco delle mappe dei cavi di fibre ottiche dell'esercito americano in sette Paesi dell'Africa Occidentale ad Hamid, l'agente di un Servizio concorrente precedentemente contattato ad Amsterdam.
 La discesa agli inferi vera e propria comincia quando Nair, Adriko e Davidia abbandonano la Sierra Leone per volare a Entebbe, in Uganda. Qui Michael inizia a giocare a carte scoperte: vuole sì portare Davidia nel suo villaggio natale per sposarla ma, contemporaneamente, sta trattando la vendita di una partita di uranio 235 ad agenti vicini al Mossad per una cifra a sei zeri. In verità si tratta di una truffa: Adriko non è in possesso della partita di uranio, ma solo di un piccolo campione del minerale.

 Denis Johnson

 Naturalmente la truffa viene svelata, e Nair, Michael e Davidia sono costretti a lasciare precipitosamente l'Uganda alla volta del Congo a bordo di un fuoristrada, con Michael ferito. La meta è il villaggio natale di Adriko, Newada Mountain, che sorge giusto al di là del confine presso una serie di alture ribattezzate da un missionario inglese in preda a una sorta di delirio psichedelico "mostri che ridono". 
 A un certo punto il fuoristrada rimane in panne dentro una delle terribili piste fangose che tagliano la foresta; Nair, Adriko e Davidia riparano nel villaggio più vicino proprio nel momento in cui viene assaltato e saccheggiato da una delle milizie irregolari che infestano il Congo. Caduti prigionieri dei miliziani, mentre Nair e Davidia sono protetti dal loro passaporto americano (che suggerisce ai soldati di usarli come merce di scambio), Adriko rischia di essere giustiziato, e riesce a salvarsi soltanto con una rocambolesca fuga.
 Quando l'esercito degli Stati Uniti interviene a liberare i due ostaggi, Nair viene messo sotto custodia perché sospettato di tradimento; a fatica riesce a convincere i suoi carcerieri della propria fedeltà alla causa, e solo promettendo di consegnare agli americani Adriko riconquista la libertà.
 Il resto è un viaggio nei territori della pazzia e dell'orrore puro: Nair riesce a raggiungere a piedi Newada Mountain, dove si è rifugiato Adriko, ma il villaggio - una landa desolata dove l'acqua è contaminata, gli alberi muoiono e le capanne vengono distrutte per essere usate come combustibile - è in balia di un'epidemia che sta uccidendo tutti gli abitanti; per di più gli indigeni ubbidiscono a una donna aggressiva e corpulenta, soprannominata "La Dolce", che si è autoproclamata regina, comanda i suoi sottoposti sulla base delle proprie superstizioni, e abbaia i suoi assurdi ordini da una sedia issata fra i rami di un grande albero rinsecchito. In questa sudicia sentina, Nair, privo di mezzi per comunicare col mondo, assetato e stremato, rischia di perdersi definitivamente. 
 Ne uscirà solo grazie ad Adriko, "africanizzandosi" definitivamente: deciderà così di tradire il mandato affidatogli dall'esercito statunitense, assumerà una falsa identità e ritornerà in Sierra Leone giusto in tempo per concludere con Hamid la vendita delle mappe dei cavi di fibre ottiche americane in Mali, ricevendone in cambio centinaia di migliaia di dollari. Per il futuro farà parte per se stesso: novello Rimbaud, sarà un anonimo mercante di morte al servizio del miglior offerente, perduto per i sentieri dell'Africa. 
 Il libro è bello e ha un ritmo notevole, che si traduce in una grande leggibilità. La scrittura di Johnson raggiunge a tratti uno slancio espressionistico che le conferisce un'intensità rara. La realtà che vi viene descritta nel romanzo è talmente orribile da risultare quasi comica, volgendo la tragedia in una paradossale commedia. Purtroppo non è del tutto inverosimile che, nel nostro mondo, succedano cose perfettamente analoghe a quelle qui narrate.

Voto: 7    


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